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Diavolo in me

Milan, la curva protesta: chi ha più colpe?

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La contestazione silenziosa
Il Milan ha pareggiato 3-3 contro il Genoa in un San Siro a tratti surreale. Nel senso che il Milan giocava in casa, ma per la totalità del match gli unici tifosi che si sentivano cantare erano quelli della squadra ospite, venuti in massa a Milano. Infatti, la curva del Milan era in totale contestazione. Una contestazione silenziosa. La tifoseria vuole chiarezza sul progetto tecnico del futuro prossimo e non sembra convinta dai nomi che circolano.
Il bersaglio
E’ evidente che il bersaglio sia la società. Una società che in questo momento appare dall’esterno in totale confusione. Si fa fatica a capire chi prende le decisioni e soprattutto si comprende poco il modus operandi. Sembrava fatta per Lopetegui, un allenatore che veniva seguito da mesi, ma si è fatta marcia indietro. Ad oggi i due nomi più in voga sembrano quelli di Fonseca e Conceicao, che in comune hanno solo il fatto di essere portoghesi.
Pioli
I dissapori tra tifosi e società sono iniziati con Pioli. Nel momento in cui si è capito che il Milan non avrebbe potuto lottare per lo scudetto, Pioli è diventato il bersaglio principale. Da “Pioli is on fire” ai fischi. Ma la società è di riflesso. Perché è quella società che in estate lo ha confermato, valorizzando anche la sua posizione. Purtroppo per il Milan è da più di un anno l’allenatore non è seguito dai calciatori.
Il declino
Il Pioli dello scudetto, e degli anni precedenti, riusciva a far presa sul gruppo e ad imporre le proprie idee. Da dopo il mondiale invece il Milan gioca a folate. Se uno di quelli davanti risolve la partita con una giocata bene, altrimenti si pareggia o si perde. Il tutto contornato da una fase difensiva che fa acqua da tutte le parti. Grazie alle qualità degli attaccanti, i rossoneri non faticano a segnare, il problema è che faticano ancora meno a subire.

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