Momento della verità per il Fair Play finanziario

La crisi economica globale ha imposto alla Uefa di Micheal Platini di introdurre il Fair Play Finanziario, che andrà a pieno regime nel 2014. La sessione estiva di calciomercato appena che si è appena conclusa, però, fa sorgere dei dubbi in questo senso: da Bale pagato 100 milioni dal Real, ai 50 milioni spesi per Ozil dall’Arsenal,  fino ad arrivare ai quasi 70 sborsati dal Psg per Cavani e ai 165 milioni spesi dal Monaco. I soli club attenti sono stati quelli italiani, che hanno venduto prima di acquistare.

Tom Cannon, esperto di finanza sportiva, pensa che questa normativa si rivelerà un bluff: “Voglio vedere se Platini avrà il coraggio di guardare in faccia una grande potenza calcistica e dirgli che non ha i requisiti per partecipare alle coppe europee. Quando avverrà, tutti incominceranno a preoccuparsi del Fair Play Finanziario, ma fino a quel momento tutti penseranno di essere troppo grandi e importanti per essere colpiti davvero”.

Aldilà dell’efficacia o meno di questa normativa, il sistema calcistico internazionale potrebbe crollare lo stesso. Infatti, sono i diritti televisivi e il merchandising a tenere in piedi questo esoso circo: “Ogni anno la bolla continua a crescere – prosegue Cannon – e ogni anno continuo a ripetere che potrebbe esplodere. Quest’anno non accadrà perché c’è stato un aumento del 70 per cento degli introiti televisivi. Fino a quando ci saranno network pronti a scannarsi per i diritti e arabi e russi pronti a investire nella Premier League, il crollo sarà evitato. Ma – conclude – se uno di questi elementi dovesse venire meno, il tonfo sarebbe inevitabile”.