Milan, c’era una volta un Faraone: le prospettive di El Shaarawy, il campioncino che non riesce a tornare quello di un tempo

C’era una volta un giovane Faraone, che all’età di 20 anni aveva preso per mano una delle squadre più blasonate al mondo, il Milan, e lo stava trascinando a suon di gol pesantissimi verso la gloria. Poi qualcosa si è rotto e il giocatore (che di anni ne ha ancora meno di 22) sembra ora aver infilato una preoccupante parabola discendente verso un declino tanto precoce quanto ineluttabile.

Si tratta di Stephan El Shaarawy, che dopo aver segnato 14 reti nel girone d’andata del 2012-2013 non è stato più lo stesso. Nel prosieguo di quella stagione (in cui a gennaio arrivò a Milanello Mario Balotelli) arrivarono altri due gol. Incluso quello nel derby contro l’Inter, che a tutt’oggi resta l’ultimo in serie A. Era il 24 febbraio 2013. Nella stessa settimana sarebbe arrivato il rinnovo contrattuale fino al 2018. La giovane promessa blindata dal suo club.

Da allora, complice un brutto infortunio al piede e un lungo periodo di riabilitazione, El Shaarawy si è trasformato però in un desaparecido. L’inizio di questa stagione, con la splendida prova a San Siro contro la Lazio, sembrava poter rappresentare l’inizio della risalita. E invece Inzaghi, tanto a Empoli quanto a Cesena, ha lasciato il Faraone malinconicamente in panchina dopo una nuova assenza per infortunio, quella contro il Parma.

Il suo recupero definitivo sembra come la tartaruga di Achille del paradosso del filosofo Zenone: sempre vicino, ma mai pienamente raggiunto. E a gennaio potrebbe ora completarsi quanto in estate si era solo vociferato: una partenza da Milano, città che ha prima illuso e poi deluso il giovane puntero savonese. Difficile un suo approdo al Torino (i rapporti tra Galliani e Cairo, dopo la telenovela Cerci, si sono infreddoliti), per lui potrebbe prospettarsi un ritorno in quel Genoa che lo fece diventare grande. Nella speranza, del Milan e di tutto il calcio italiano, che il pulcino bagnato El Shaarawy torni ad essere il Faraone che aveva preso per mano una delle squadre più blasonate al mondo a soli 20 anni.