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Spalletti: “Vogliamo vincere la Coppa Italia. Vlahovic out 2/3 mesi”
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4 giorni agoon

Spalletti, alla vigilia dell’ottavo di finale di Coppa Italia contro l’Udinese, interviene nella consueta conferenza stampa.
La Coppa Italia per dare continuità: questo è l’obiettivo di Spalletti, che non può sbagliare contro l’Udinese agli Ottavi di Finale della competizione nazionale. Il tecnico della Juventus, dunque, cerca la terza vittoria consecutiva dopo quelle avvenite contro il Bodo/Glimt in Champions League ed il Cagliari in Serie A.
Proprio alla vigilia della sfida contro i friulani, Spalletti presenta il match nella consueta conferenza stampa.
Di seguito, dunque, le parole del tecnico della Juventus.
SPALLETTI: LA CONFERENZA STAMPA

Spalletti esordisce ricordando Nicola Pietrangeli:
“Parto salutando Nicola Pietrangeli che è stato un campione. Lui ha insegnato a vincere e attraverso a lui abbiamo trovato un livello del tennis al top attuale e volevo ricordarlo”.
Spalletti, come sta la squadra?
“Domani ci saranno un po’ di cambi, anche perché sono passate solo poche ore ed abbiamo fatto fatica sia a livello mentale che fisico. Il gruppo sta lavorando nella maniera giusta, perciò tutti si meritano spazio”.
Cosa di dice sulle condizioni di Vlahovic?
“Per certificare i tempi precisi del recupero bisogna parlare con i medici, perché sono loro che sanno le cose. Personalmente credo che starà fermo 2/3 mesi. Il calcio è un pallone che gira e ruzzola occasioni ed ora è questione di coglierle e saperle vedere. Io, comunque, preferivo averlo a disposizione, anche perché era molto dentro alla squadra”.
Sulla Coppa Italia?
“Noi dobbiamo essere belli e vincenti, ma soprattutto belli, anche perché qui mi sembra che ci sia un palato parecchio fino: intanto pensiamo a vincere. Domani faremo una formazione per vincere la gara e non per essere compresi: sarà una partita difficilissima, ma vogliamo andare avanti e vincere”.
Con l’Udinese sarà un test significativo anche in vista del Napoli?
“Per noi son tutti test significativi, perché vogliamo acchiappare risultati da offrire al nostro pubblico. Non so bene quale sia la prossima partita: dobbiamo pensare a questa. Fare bene domani, tentare di vincere e portare a casa il risultato: solo così si può avere una certezza in più per affrontare le prossime gare”.
SPALLETTI PROSEGUE
Cosa ci dice su Miretti?
“Sa fare molte cose: è un professionista eccezionale, una persona seria ed è già grande a livello di testa: inoltre ha i tempi delle giocate. Bisogna essere bravi nel riconoscere quando tenere un tocco in più la palla. E poi la personalità di andare a creare l’imprevisto dal previsto: Fabio lo sa fare bene. È dentro la soluzione del regista che ogni tanto inventa qualche cosa”.
Su Zhegrova e Joao Mario
“È un po’ che non si utilizzano. Zhegrova arriva da un infortunio lungo ed è un calciatore che è una miccia accesa: quando parte può esploderti da un momento all’altro, palla al piede. In più ha l’estro di non sai cosa possa tirarti fuori da un momento all’altro. Joao Mario dal canto suo è tecnico, bravo, sa scegliere, entrare in confidenza con la squadra e col pallone. Ha un po’ meno questa struttura da centometrista, lo voglio conoscere fino in fondo”.
David ed Openda insieme?
“Si gioca l’eredità di Vlahovic? Spero di sì, che la sfruttino come un’occasione da cogliere. Sono due giocatori differenti e che possono giocare insieme. Sono due calciatori che si abbinano e si accostano bene. Bisogna vedere se avere uno a disposizione che ti dà la forza fresca oppure no, è una cosa che va valutata”.
Chi giocherà in porta domani?
“Di Gregorio per me è il titolare, ma continuo a vedere le belle parate che si fanno anche degli altri portieri. Perin è importante anche come uomo di spogliatoio: ha personalità, ha influenza perché lo seguono e lo sentono quando parla. Per me è perfetto. “Dico però a Di Gregorio che per me è lui il titolare in questo momento. Ma mi piace avere un Mattia come collaboratore in questa maniera qui”.
IL TECNICO IN CONCLUSIONE
Quanto manca a questa Juve per essere bella come vuole lei?
“Questo non lo so, ma vedo che si sta progredendo. L’altra sera, al di là che ci sono momenti dentro la partita, ho visto che ci sono belle cose e che ci sono delle belle giocate: ad esempio il goal di Yildiz. Ci siamo preparati situazioni importanti, ma sul finale di partita è vero che ci è venuta un po’ d’ansia. In alcune situazioni bisogna migliorare e si lavora per quello: ma vedo grandissima disponibilità ed attenzione”.
Su Koopmeiners
“Lo conosco molto bene e lo avevo seguito in passato, perché mi piaceva. Speravo che il presidente me lo regalasse, ma costava tanto. Secondo me lui conosce il calcio e sa stare un po’ da tutte le parti. Ma quello che diventa importante è tentare di vedere le cose o ascoltarle mettendosi nei panni di quelli con cui vai a parlare. È un buon punto di partenza”.
Yildiz falso nove?
“Sì, può giocare da terminale offensivo, come accaduto in precedenza. Questi giocatori che hanno queste qualità, se li si avvicina al pollaio diventa più facile trovarsi nelle condizioni di tirare in porta perché buttano via meno roba. Quando chiedete Yildiz esterno perché punta l’uomo è una verità, ma c’è bisogno di entrare in più spazi nel suo caracollare. Ma quando hanno palla gli altri lo costringono a venire più indietro”.













