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Una classifica tinta d’azzurro, Reja svela il perché
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12 anni agoon
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Un pò di meritato relax, un pò di vacanze; Edy Reja era dal 2004 che non si fermava un attimo, continuando a lavorare alacremente con i suoi ragazzi, prima quelli del Napoli e successivamente della Lazio, due squadre accomunate dall’azzurro dele maglie e dall’attuale classifica. “Conosco il valore delle due principali antagoniste della Juventus, so dove possono arrivare entrambe – ha dichiarato Reja -. Hanno qualità tecniche e un progetto fondato sulla continuità. Siamo appena alla seconda di campionato e non è il caso di sbilanciarsi, però nulla nasce dal caso”.
Parlando di episodi: pure lei perse la Champions per un (mezzo) cucchiaio. “Il rigore di Zarate a Udine, centrale. Forse è stato quello il momento ci siamo andati più vicini. Quando ho visto Maicosuel scegliere quella soluzione, ho ripensato a me. Comprendo Guidolin, quel momento di vuoto l’ho vissuto anche io”.
Zarate: tormento ed estasi. “Qualità tecniche enormi. Solo lui può decidere se diventare calciatore completo. Svelo una curiosità: due anni fa gli regalai un libro, «Il Gabbiano Jonathan Livingston». Spero l’abbia letto e ne abbia colto la morale. Per perfezionarsi servono sacrificio e applicazione. E’ padrone del proprio destino, perché ha le possibilità per imporsi”.
Il Napoli l’ha fatto con saggezza… “Bel mercato e però se ne parla poco. Ha acquistato ciò che serviva, pure stavolta: Behrami mi piace e Insigne quando giocavamo contro gli allievi, al giovedì, mandava in crisi i titolari, non lo beccavano mai. C’è l’idea di calcio originale, lì: c’è la mano di De Laurentiis, di Bigon, di Mazzarri. Un lavoro di equipe”.
Cosa pensa di Zdenek Zeman ? “Zeman è un grande e il suo rientro lo conferma. A me piace il suo modo di essere e di proporre calcio e la Roma è una sfida affascinante, che va seguita. Ne sono incuriosito e mi sembra che l’avvio sia incoraggiante”.
L’hanno cercata dall’estero e ha detto no a un paio di offerte: non ha voglia di tornare? “Aspetto, come si dice in questi casi, che scocchi la scintilla, che arrivi la proposta giusta. L’inattività estiva ha avuto dei vantaggi: sono stato cinque anni a Napoli e non m’ero mai goduto le bellezze della Costiera Sorrentina. Sono stato a Sant’Agata, ho conosciuto la famiglia Iaccarino, eccellenza di un’Italia meravigliosa, gente che ha una umiltà dentro di cui abbeverarsi. Ho annusato i profumi d’una terra incantevole. Stare in panchina dà tanto e forse toglie la possibilità di osservare tutto”.
La Juve parte avvantaggiata per lo scudetto? “Perché ha vinto, ha l’abitudine a farlo ed ha allargato la rosa. Però andare in campo alla domenica e al mercoledì toglie energie, fisiche e mentali. E Napoli e Lazio sono pronte a insidiarle. E quella Roma è invitante”.
Ma Reja un rimpianto ce l’avrà? “E’ inutile negarlo: la musica della Champions, quell’atmosfera unica del Grande Calcio, rappresentano un desiderio forte. Ma attenti, io non sono vecchio….”.
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