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Fino alla fine

Le verità di Allegri

Il tecnico livornese vuota il sacco e scarica la responsabilità degli scarsi risultati sulla società…

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Quando sono tornato (per la sua seconda esperienza da allenatore, nell’estate 2021 nd.r.) mi è stato chiesto di ringiovanire la squadra.

L’obiettivo era quello di inserire tre giocatori Next Gen ogni anno, abbassare il monte salari e rendere la squadra sostenibile pur rimanendo competitiva“.

Così l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri nel corso di una lunga intervista a The Athletic, in cui prova a raccontare la svolta giovane del club bianconero. 

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“Quest’anno in prima squadra ci sono tanti giovani“, dice ancora Allegri.

“Tanti nostri ragazzi giocano in altre squadre di Serie A. La società ha fatto un ottimo lavoro. Per essere sostenibile il calcio italiano deve percorrere questa strada”, ha spiegato.

La fretta dei social media di consacrare i giocatori come la prossima grande novità e la disperata ricerca della Serie A di un ‘campione’, significa che Allegri deve gestire i giovani e il rischio di distrazioni.

Cerchi di sfruttare al massimo i bei momenti“, ha detto Allegri. “Allora sai che dopo un po’ arriva il difficile. Tutti i giovani giocatori ci passano. 

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Miretti e Fagioli lo hanno sperimentato. Anche Yildiz ce la farà. I giovani hanno alti e bassi. Non raggiungono la maturità prima dei 25, 26 anni. Chi ha più forza mentale arriva prima”, ha aggiunto.

“Il picco di un giocatore non è cambiato. Dicono che tra i 26 e i 30 anni sia l’età migliore perché ormai hai esperienza, sei maturato e migliori. Anche 40 anni fa era così”, ha ricordato il tecnico bianconero.

Allegri ha cercato di sensibilizzare l’ambiente attorno alla Juventus insistendo che questa è un’era diversa e un progetto diverso rispetto al suo primo periodo come capo allenatore dal 2014-19

È un progetto diverso anche dal 2021-22, primo anno di questo secondo mandato. “Dobbiamo adattarci e capire che i nove Scudetti consecutivi sono stati una cosa straordinaria. Non succederà più in Serie A.

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Ci sono stati solo due casi simili nella storia della Juventus: i cinque anni consecutivi sotto Carlo Carcano e Carlo Bigatto negli anni ’30 e i nove consecutivi dal 2012 al 2020, poi la Juventus al massimo ne ha vinti due di fila.

I nove di fila hanno sconvolto le percezioni perché la realtà è diversa”, ha spiegato.

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