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ESCLUSIVA – Roberto Scarnecchia: “Per me la Roma è…”

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Di Davide Sacchetti


Che cosa ha rappresentato e che cosa rappresenta per te la Roma oggi?
“Per un romano ragazzino che inizia a giocare a 17 anni con la Roma e a 18 fa l’esordio in Serie A credo che è il sogno di tantissimi ragazzi un traguardo incredibile il massimo della soddisfazione per un giocatore giovane può avere giocando nella propria città e nella propria squadra, ha rappresentato l’inizio della mia carriera con entusiasmo e rappresenta oggi la squadra per la quale tifo per la quale faccio l’opinionista per la quale faccio parte dell’haal fame. Il percorso non cambia possono cambiare i protagonisti ma lo stemma il marchio è sempre quello”.
L’emozione della prima volta all’Olimpico e l’emozione di allenarti con grandi calciatori come Falcao, Bruno Conti, Ancelotti e Di Bartolomei?
“Sì, l’emozione era tantissima, mi hanno lasciato tutti un grandissimo insegnamento e hanno rappresentato un esempio per me. L’emozione è una cosa che arriva e che passa ma la cosa che mi è rimasta è il grandissimo rapporto che ancora oggi ho con molti di loro, purtroppo l’emozione di allora è solo un ricordo freddo che oggi non puoi più avere, ma ripensandoci sono emozioni e ricordi straordinari”.
Con quella squadra che avevate in quel periodo non avete avuto il rammarico di portare un solo scudetto a Roma?
“Ma lo scudetto lo dovevamo vincere l’anno del gol annullato a Turone, quello sicuramente era uno scudetto importante, però diciamo che la Roma di cui ho fatto parte ha costruito, ha messo basi solide per lo scudetto vincendo 3 coppe Italia e arrivando in Finale di Coppa Campioni”.
Annedoto con il mister Liedholm e qualche giocatore importante?
Guarda, il mister Liedholm era un allenatore di pochissime parole ma che erano molto importanti per me è stato un secondo papà un uomo che mi ha insegnato a stare in campo, mi ha insegnato a comportarmi per me è stato un maestro l’ho avuto tanti anni sia a Roma che al Milan. Il compagno che mi ha lasciato un buon ricordo è stato Falcao che mi ha voluto fortemente titolare in prima squadra e ha parlato con il mister per farmi giocare, ed è quello che dopo mi ha dato tanta convinzione perché quando uno dei giocatori più forti del mondo ti vuole titolare qualcosa di buono lo hai”.
Il passaggio dalla Roma al Napoli: avevi voglia di nuove emozioni?
“No li il mio carattere mi ha fatto andare via da Roma cosa che oggi non farei ma non per Napoli perché sono stato benissimo ma perché a Roma in quel momento si era messo in discussione il mio modo di giocare dopo aver fatto 2 campionati importanti e non accettavo la concorrenza probabilmente sbagliando anche quando il presidente Dino Viola e il mister Liedholm mi dicevano che ero un titolare io ho preferito andare via ma sbagliando”.
Napoli che ricordi ti ha lasciato?
“Bellissimi! Io mi sono trovato bene con compagni e società, la tifoseria è molto simile a quella di Roma quindi sono stato molto bene”.
Il passaggio dal Pisa al Milan?
“Queste esperienze mi hanno lasciato molte cose positive, ma ad un certo punto il giocatore lascia da parte il sentimento e pensa alla propria carriera”.
Un top club vincente come il Milan che ti ha trasmesso?
“Il Milan mi ha trasmesso cose positive, era l’ultimo anno di Farina in dirigenza e il primo di Berlusconi, poi mia moglie era milanese i miei figli sono nati a Milano quindi insomma dopo Roma era una seconda casa”.
Il rapporto con i compagni del Milan e con Baresi in particolare?
“Franco più con i comportamenti mi ha lasciato qualcosa, è stato un maestro sia in campo che fuori”.
E invece Paolo Maldini già si vedeva che aveva qualcosa di diverso e che poteva diventare un top?
“Sì, già si vedeva ma era una squadra piena di giocatori forti come Evani, Paolo Rossi, Tassotti giocatori già di un grande livello quindi io ho solamente potuto continuare il mio percorso di apprendimento. Io credo che ho avuto compagni sempre di grande livello e tutti i giocatori vorrebbero giocare le proprie carriere in Roma, Napoli e Milan”.
Hai mai ricevuto offerte dall’estero?
“Si c’è stato l’Aston Villa l’anno che stavo andando via dal Milan ma io sono rimasto in Italia e ho chiuso la mia carriera a Barletta”.
I 3 giocatori più forti che hai affrontato?
Maradona
Platini
Zico
I 3/5 giocatori più forti con cui hai giocato?
“Ce ne sono tanti: Falcao, Ruud Kroll, Baresi, Maldini, Pruzzo e Bruno Conti, ce ne sono veramente tanti”.

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