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Cose mai viste

Il segreto di Maresca? Gli scacchi!

Il tecnico del Leicester, grande appassionato del celebre gioco di strategia, muove i suoi calciatori in campo come le pedine sulla scacchiera…

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Il segreto di Enzo Maresca? Gli scacchi! Il tecnico del Leicester, grande appassionato del celebre gioco di strategia, muove i suoi calciatori in campo come le pedine sulla scacchiera

Il legame 

C’è qualcosa che accomuna il gioco del calcio e quello degli scacchi, un legame che li unisce e permette di applicare al primo le tatticheproprie del secondo, parola di Enzo Maresca

Per i miei schemi mi ispiro alle tattiche scacchistiche. Da un punto di vista tattico e strategico, nella necessità del controllo del centro, nella valorizzazione del fattore sorpresa, nella suddivisione delle fasi del gioco (apertura, medio gioco, finale) e nel gioco posizionale, che è la mia passione, sia per il calcio, che per gli scacchi.

A fine carriera 

La passione di Enzo Maresca per gli scacchi nasce sul finire della sua carriera da calciatore, quando realizza di voler diventare allenatore e si accorge che le pedine sulla scacchierahanno molto in comune con i giocatori sul campo:

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La mia passione per gli scacchi risale a un po’ di anni fa, quando ho capito che la mia carriera di calciatore si stava concludendo, e ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto allenare. E gli scacchi hanno richiamato la mia attenzione, perché mi è parso che avessero tante cose in comune con il calcio. Quindi ho voluto conoscerli meglio.

Strategie di gioco 

Gli scacchi contemplano diverse strategie di gioco, ciascuna delle quali, secondo Maresca, può essere ricondotta ad una determinata tattica calcistica:

  • CONTROLLO DEL CENTRO: “Secondo me chi ha il controllo del centrocampo ha il controllo della gara. Ovviamente se intendi usarlo. Se al contrario la tua idea è far passare subito la palla dalla difesa agli attaccanti, il centro non ti serve molto. In un certo senso è la contrapposizione tra gioco classico e ipermoderno: il gioco alla Guardiola è più simile a quello classico, in cui si punta all’occupazione del centro, quello ‘difesa e contropiede’ assomiglia a quegli schemi in cui si apre di fianchetto, e si lascia il centro all’avversario”.
  • FATTORE SORPRESA: “Il fattore sorpresa è legato al tempo, ed è una similitudine che riguarda, per esempio, le varianti di apertura. Se tu sai come l’avversario ha impostato la partita, e come lui immagina che tu l’abbia impostata, inserire una novità, un elemento di disturbo può riuscire a sorprenderlo. Questo non basta a farti vincere, però lo costringe a perdere tempo, e quindi ti regala un piccolo vantaggio”.
  • GIOCO POSIZIONALE: “Se si riesce a occupare il campo in modo efficace, e ogni giocatore mantiene la sua posizione, si costruiscono dei vantaggi che poi al momento opportuno puoi sfruttare: creare una superiorità numerica, ad esempio, oppure, anche senza superiorità, un ‘uno contro uno’ in cui il tuo giocatore è più bravo dell’avversario. Gioco posizionale inoltre significa anche intuire i punti deboli dell’altra squadra e andarli a colpire”.

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