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Il calcio è uno sport da duri e ognuno si difende come può

Se una partita di calcio è paragonabile a una guerra, legittimo da parte di chi scende sul campo di battaglia proteggersi come meglio è possibile…

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Cerotti, paradenti, maschere e tutori: se una partita di calcio è paragonabile a una guerra, legittimo da parte di chi scende sul campo di battaglia proteggersi come meglio è possibile…

1) Cerotti

A metà degli anni ‘90 del secolo scorso non era raro vedere calciatori che scendevano in campo con un vistoso cerotto sul naso: si trattava di un presidio che doveva favorire una migliore respirazione, ma si scoprì presto che in realtà non serviva a un tubo…

2) Paradenti

Il calcio è uno sport dì contatto e gli infortuni sono sempre dietro l’angolo: non solo ossa rotte e muscoli lacerati, ma anche denti persi in campo… Ricordate Hugo Campagnaro? L’ex difensore di Inter e Napoli era solito scendere in campo con un paradenti in stile pugile, al fine di proteggere la sua bocca da eventuali traumi…

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3) Maschere

Quante volte abbiamo visto calciatori sanguinanti in campo dopo una gomitata in pieno volto: zigomi e nasi fratturati però non impediscono di continuare a giocare se opportunamente schermati da una maschera protettiva, che attutisca eventuali colpi proibiti…

4) Tutori

A calcio si gioca coi piedi, quindi, portieri a parte, si può scendere in campo anche con una mano o un braccio rotti: l’importante è proteggerli con un tutore apposito… Una fasciatura rigida simile a un gesso, ma di consistenza più morbida per ridurre il rischio di far male agli avversari in caso di contatto…

5) Taping

Ricordate Balotelli che si toglie la maglia per festeggiare il gol rifilati all’Inghilterra ad Euro 2012? L’allora centravanti azzurro rimane così a torso nudo, mostrando tre lunghi cerotti attaccati sulla schiena: si trattava del cosiddetto Taping, una tecnica giapponese finalizzata ad assistere e velocizzare il processo naturale di autoguarigione del corpo umano…

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