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Fino alla fine

E quindi ostammo alla seconda stella?

Juve in crescita, non tanto nel gioco, ma sotto il profilo del carattere…

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Altra corsa, altro successo.

Sempre con la stessa tecnica, quella del “corto muso” e delle sabbie mobili, che ben poco piace i tifosi, ma che, in ultima analisi, si sta rivelando letale.

Così, a chiusura di un 2023 agrodolce, la Juve batte anche la Roma di Mourinho, e, approfittando del mezzo passo falso dell’Inter in quel di Marassi, si riporta a due sole lunghezze dalla vetta, riproponendosi con forza quale principale antagonista dei nerazzurri nella corsa al titolo.

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A decidere il match non poteva che essere il miglior interprete dell’ippica applicata al calcio, “Cavallo Pazzo” Rabiot, il quale, ben smarcato da Vlahovic, si presenta a tu per tu con Rui Patricio e lo trafigge sul primo palo: 1-0 e pratica giallorossa archiviata.

Insomma, la Juve è sempre lì, e, come anche trapelato dalle dichiarazioni di alcuni giocatori nel post partita, proverà a lottare fino in fondo per lo scudetto. Magari con qualche rinforzo in più dal mercato di gennaio.

La squadra sta vistosamente crescendo, non tanto nel gioco, ma sotto il profilo del carattere, della compattezza, della solidità e della determinazione.

In difesa Bremer si sta confermando l’uomo in più, capace di fermare tutti i centravanti del nostro campionato, Lukaku da ultimo.

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A centrocampo Locatelli sta sempre più acquisendo personalità e sicurezza, sino a diventare l’uomo chiave della mediana, insieme, appunto, a Rabiot.

Davanti la situazione è – ahimè – più spinosa, nel senso che il quantitativo di gol che ci si aspetterebbe dal reparto avanzato è, allo stato, nettamente inferiore alla media.

Vlahovic sicuramente ad oggi ha reso ben al di sotto delle aspettative. Chiesa, per quanto sempre più brillante, rimane, comunque, un lontano parente del giocatore che abbiamo potuto ammirare nella trionfale cavalcata degli Europei del 2021. Milik e Kean sono due ottimi comprimari, ma nulla di più.

Chissà, forse le speranze sono da riporre nel giovane Yildiz, che tanto bene sta facendo nelle occasioni concessegli dall’allenatore.

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Manca una sola giornata al termine del girone di andata, e, almeno aritmeticamente, i ragazzi di Allegri sono ancora in corsa per il titolo di campioni d’inverno. Sia chiaro, per una squadra che ha nel DNA solo ed esclusivamente la vittoria dovrebbe trattarsi di una circostanza abituale; tuttavia, non ci si può esimere dal tenere conto, nelle valutazioni, delle tormentate situazioni che, da circa un triennio, a Vinovo sembrano aver trovato terreno fertile.

Per ora i bianconeri hanno perso punti soltanto con Bologna, Sassuolo e Genoa, e nello scontro diretto con l’Inter hanno saputo tenere testa agli avversari, rischiando, addirittura, il colpaccio.

Certo, nel girone di ritorno quasi tutti gli scontri diretti saranno fuori casa, e sempre lontano dallo Stadium saranno gli scontri con alcune squadre insidiose, quantunque non dirette concorrenti.

È lì che si potrà, finalmente, apprezzare il reale valore di questa squadra, che, comunque, rimane un cantiere aperto.

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Inutile nascondersi dietro ad un dito: l’Inter è, in questo momento, la formazione più in palla del campionato, con dei meccanismi oliati e ben rodati. Il gap con le avversarie è talmente netto da escludere qualsiasi sorpresa in chiave tricolore.

Ma, si sa, le vie del Signore sono infinite, e, come accadde con il Milan due anni orsono o con la prima Juve di Conte, lo sgambetto sul finale non rappresenta un’ipotesi da scartare del tutto.

I nerazzurri puntano dritti alla seconda stella. E se fosse proprio la rivale storica a frapporsi prima del traguardo?

Colgo l’occasione per augurare un sereno 2024 a tutti gli amici di Calcissimo!

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