Amarcord
Quella volta che… Lo Squalo regalò al Diavolo una coppa da dimenticare
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4 anni agoon
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Redazione“Il club più titolato al mondo”. Uno slogan entrato ormai nella testa di tutti i tifosi rossoneri e non a forza di sentirlo ripetere in continuazione da Adriano Galliani come un mantra. Uno slogan strombazzato a petto in fuori dalla dirigenza milanista come una sorta di “captatio benevolentiae” in un periodo storico in cui la benevolenza dei supporters del Diavolo è quasi evaporata del tutto.
Chissà però in quanti ricordano che tra i prestigiosi trofei che popolano la sontuosa bacheca del Milan, facendone (forse) il club più titolato al mondo, fa capolino pure una coppa decisamente più modesta, della quale Galliani non parla mai. Stagione 1981/82, i rossoneri si riaffacciano alla ribalta della Serie A dopo un anno di espiazione tra i cadetti.
Avendo vinto il campionato di B, si sono guadagnati non soltanto la promozione, ma anche il diritto a partecipare alla Mitropa Cup, la competizione europea riservata ai club dell’Europa Centrale, antesignana della moderna Coppa dei Campioni. Alla manifestazione prendono parte le squadre vincitrici dei campionati di seconda divisione di Italia, Jugoslavia, Ungheria, Cecoslovacchia e Austria, che si affronteranno in un girone unico con partite di andata e ritorno.
L’inizio non è dei più incoraggianti, il Milan, infatti, viene sconfitto all’esordio in casa dei cecoslovacchi del Vitkovice Ostrava, ma nei successivi quattro match arrivano tre vittorie e un pareggio. Diventa così decisiva la sfida di ritorno con il Vitkovice, ultima gara del girone, che i rossoneri hanno il vantaggio di giocare a San Siro.
Ai cecoslovacchi basta un pari per portare a casa la coppa, mentre il Diavolo è obbligato a vincere. Un calcio di rigore trasformato da un giovane ma già affidabile Baresi spiana la strada al successo rossonero, completato dal gol del Primavera Cambiaghi e dal penalty dello squalo Jordan. Il Milan fa sua la Mitropa, ma la gioia per un trionfo continentale che mancava da nove anni verrà subito soffocata, qualche giorno più tardi, dallo sconforto per la seconda retrocessione, questa volta sul campo, della storia rossonera.
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