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Milan, il problema fase difensiva

Non è solo colpa dei singoli giocatori, ma di un modo di difendere a livello globale che fa acqua…

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Milan, il problema fase difensiva allarma Pioli dopo il 2-2 col Bologna!

Sabato sera, al netto dei rigori sbagliati, il Milan è tornato a prendere di nuovo gol in maniera troppo semplice. Non è solo colpa dei singoli giocatori, ma di un modo di difendere a livello globale che fa acqua.

Errori di reparto

Troppo spesso ci sono delle spaccature importanti tra la prima e la seconda-terza linea.

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Spazi in cui gli avversari si infilano con facilità, prendendo a campo aperto i difensori milanisti, costretti a lunghe corse all’indietro per accorciare angoli di giocate e di tiro.

Anche contro il Bologna, se si prendono in rassegna non solo l’azione del gol di Zirkzee, ma anche quelle delle altre occasioni felsinee e quella che poi porta al rigore causato da Terracciano, si nota come ci sia più di un ingranaggio che non funziona.

Filtro a metà campo

In sostanza, il Milan non fa filtro a centrocampo e porta tanti, forse troppi, uomini nella metà campo avversaria concedendo poi delle ripartenze pericolose.

Sono voragini che si vedono a occhio nudo e sulle quali gli altri allenatori lavorano in settimana mentre con il passare delle settimane, questo problema in casa rossonera diventa sempre più evidente e poco corretto.

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Il doppio regista leggero è certamente una causa di queste situazioni, così come lo è questa frenesia della squadra che, anche in vantaggio, si spinge sempre in avanti senza saper leggere gli spartiti nei finali di gara.

Non sarà un caso che dei 25 gol presi in 20 gare di campionato, 17 siano arrivati nei secondi tempi, dato che testimonia come la squadra vada in down nei secondi 45 minuti, ovvero quelli dove si indirizza una partita.


Pioli, nella conferenza post gara, si è detto preoccupato del contraccolpo psicologico che il pareggio con il Bologna potrà avere sulla squadra.

Oggi a Milanello toccherà a lui parlare ai giocatori, ma servirà anche la presenza di Zlatan Ibrahimovic , che in questi frangenti può e deve essere l’uomo di riferimento.

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Il pari con il Bologna ha fatto storcere il naso a tutti, in primis alla dirigenza, che sperava legittimamente di poter continuare nel trend di vittorie anche per rosicchiare punti alla Juventus, fermata dall’Empoli.

È lunga da qui a Maggio!

Invece così non è stato e la sensazione è che sarà lunga arrivare a maggio, veleggiando al terzo posto e con l’obbligo di fare benissimo in Europa League.

Altrimenti la stagione 2023-24 sarebbe un fallimento sportivo, in tema di risultati, sul 98% della linea e delle aspettative di inizio anno.


Sul fronte fuori campo, hanno fatto discutere le dichiarazioni di Rafa Leao alla trasmissione di Fabio Fazio, dove il portoghese ha elogiato il lavoro fatto da Paolo Maldini, sia con lui che con la società rossonera.

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Parole doverose da parte del nuovo numero 10 del Milan, visto il rapporto che si è instaurato con l’ex capitano in questi anni a Milanello, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista tecnico.

La domanda sorge spontanea


Sorge a questo punto una domanda, spontanea: ma se tutti i giocatori cardine del Milan attuale (da Leao a Maignan, passando per Tomori, Theo e Giroud) parlano bene di Paolo Maldini, non sarà che forse molti se ne debbano fare una ragione sulla bontà del lavoro fatto in questi anni in rossonero?

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