Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Ma quante Inter ci sono?
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2 anni agoon
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RedazioneCosì siamo qui a commentare una prestazione opaca, senza nerbo, senza grinta, senza voglia, quasi come se la gitarella a Torino sponda granata fosse stata una scampagnata con visita ai murazzi, al centro storico, passeggiata lungo il Po, una bella bagna cauda e via, partitella tra amici con rientro a casa in torpedone cantando allegramente sonetti da osteria. L’Inter pareggia, male, contro il Toro all’ultimo istante: se questo punto servirà a qualcosa alla fine del campionato non lo so, di certo è utile per spaiare una situazione altrimenti più complicata di quella che è già. Padrona del proprio destino fino a domenica sera oggi la truppa di Simone Inzaghi dipende dai capricci del Milan, perché anche vincere la partita fantasma di Bologna porterebbe i nerazzurri a una sola lunghezza dalla capolista. E qui sta l’utilità del punticino striminzito rimediato in terra sabauda. La sconfitta avrebbe lasciato l’Inter a meno cinque e, sempre tirando in ballo quella triste partita di Bologna, che palle la partita di Bologna, quei tre punti che devi andare a conquistarti sul campo perché a tavolino non te li regala nessuno ti potrebbero portare a meno due. Indi, in eventuale volatona, un pareggio milanista corredato da una nostra vittoria ci avrebbero appaiato in classifica. Con lo svantaggio dello scontro diretto a sfavore. Così invece il problema non si pone.
Comunque lasciamo perdere i voli pindarici e restiamo coi piedi ben piantati al suolo, a parlare di una squadra senza una identità ben definita, capace di prestazioni stile Anfield tutta cuore, corsa e grinta per poi precipitare nel poco del capoluogo piemontese. Quindi tralasciamo la problematica fisica, anche se non conosco direttamente la situazione dei calciatori e il loro stato di forma attuale, e parliamo dell’aspetto mentale. L’Inter ha sofferto maledettamente il post Liverpool già all’andata, ricordate il pessimo primo tempo col Sassuolo, roba da far tremare i polsi? E, guarda caso, pare aver sofferto maledettamente anche il ritorno, il risultato è sotto lo sguardo di chiunque anche se, a onor del vero, i nostri eroi hanno dilapidato, tanto per cambiare, le solite cinque/sei palle gol pazzesche, corredate dalle classiche prestazioni dell’estremo difensore avversario, quasi sempre posseduto dagli spiriti di Zamora o Lev Yashin, nello specifico contemporaneamente. Ma questa non può e non deve essere una scusa: nell’almanacco del calcio non ci sono asterischi con scritto a fianco migliore in campo, ci sono risultati, marcatori e minuti durante i quali hanno fatto gol.
Sembra quasi che Simone e i suoi vogliano dirci…lasciate stare, dimenticatevi quel novembre/dicembre pazzesco, infarcito da prestazioni clamorose quando l’Inter sembrava essere una corazzatai nvincibile. Dove sia finita quella squadra nessuno lo sa e non lo ipotizzo neppure.
Io, però, ancora non mi fascio la testa del tutto. Abbiamo a disposizione trenta punti, non tre. Iniziamo a fare il nostro, a metterci alle spalle la paura e l’angoscia, a giocare liberi di testa. Magari, caro Simone, qualche volta cambiando anche qualcosa sul campo. Non abbia paura, se prova delle novità non veniamo colpiti dall’asteroide.
Alla prossima.
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