Pagelle Juventus
Editoriale Milan – Cambiare poco per cambiare molto
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12 anni agoon
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RedazioneA volte i dubbi possono essere difficili da scacciare. Le scelte diventano ardue e non sempre si è sufficientemente lucidi per saper scegliere la via migliore. E se facessi così, e se invece facessi in questaltro modo, se provassi questo, se provassi questaltro. Allegri, in questi primi mesi della stagione è sembrato un novello Amleto assalito dai più intricati pensieri. Difesa a tre, a quattro, due mediani, molti attaccanti.
I risultati non venivano e la nebbia si faceva più fitta. Una rosa nuova, assenze importanti, giocatori deludenti, la voglia di dare una propria impronta e di dimostrare di poter fare a meno di Ibra e Thiago Silva. Tutto questo non ha certo aiutato lallenatore rossonero ed è anche per questo che il mister ha cercato mille soluzioni. Ora basta. I risultati, seppur con formazioni in chiara difficoltà, sono arrivati e la squadra sembra rispondere bene. Insistere e dare continuità devono essere i concetti base per proseguire la stagione. I ragazzi giovani hanno bisogno di certezze e fiducia per rendere al meglio.
El Shaarawy deve sapere che la fascia sinistra è cosa sua, Bojan che si sta puntando forte due di lui e che un paio di passaggi o di tiri sbagliati non influenzano il giudizio. Stesso discorso può essere fatto anche per gente un po più navigata ed il caso di Montolivo può essere un buon esempio. Prestazioni non brillanti, difficoltà in fase difensiva, timidezza. Con una bella iniezione di fiducia ed un posto da titolare praticamente garantito è arrivata la trasformazione. Bastone e carota. Il difficile è capire quali giocatori hanno bisogno di uno, qualche giro nei pressi della panchina, e quali dellaltro, carezze, pacche sulle spalle e complimenti anche dopo partite incolore.
Cambiare poco. Questo deve fare Allegri. Costant, praticamente unico piede sinistro a disposizione di Allegri oltre ad Emanuelson, terzino? Azzardato ma da confermare. Il già citato Bojan, centrale dietro la prima punta? Che rimanga lì. Pazzini centravanti? Altre chance senza che il gol diventi unossessione.
Ma cè Pato, qualcuno dirà. Vero. Ma è più vera laffermazione di quanto lo sia il Papero. Lassenza, la paura di rifarsi male, alibi comprensibili ma a scadenza. Pazzini, pur non brillando, è forse ora più congeniale ai movimenti di El Shaarawy, Bojan ed Emanuelson. Solo un Pato formato bomber prima maniera, avrebbe diritto al posto al centro dellattacco. Cambiare poco significa anche avere il coraggio di lasciare fuori chi non è funzionale. Pato e Boateng, attualmente non lo sono.
Un Ambrosini spesso troppo irruento, non sembra meglio di un De Jong, scolastico, ma meno falloso. Punti fermi. Il Milan deve averli e trovarli presto anche in difesa. La coppia centrale è sempre unincognita. Allegri deve trovare i suoi due uomini e preferirli agli altri. I meccanismi e la sintonia si trovano giocando insieme, in allenamento, ma soprattutto nelle difficoltà e con lo stress della partita.
Niente scudetto, rimonte incredibili, possibilità in Champions. Solo realismo e la capacità di gettare buone basi per stagioni migliori, per far svoltare unannata che iniziata malissimo può essere salvata, che può essere di insegnamento e può far capire chi potrà fare parte del Milan del futuro e chi invece è meglio che percorra altre vie.
A volte i dubbi possono essere difficili da scacciare. Le scelte diventano ardue e non sempre si è sufficientemente lucidi per saper scegliere la via migliore. E se facessi così, e se invece facessi in questaltro modo, se provassi questo, se provassi questaltro. Allegri, in questi primi mesi della stagione è sembrato un novello Amleto assalito dai più intricati pensieri. Difesa a tre, a quattro, due mediani, molti attaccanti. I risultati non venivano e la nebbia si faceva più fitta. Una rosa nuova, assenze importanti, giocatori deludenti, la voglia di dare una propria impronta e di dimostrare di poter fare a meno di Ibra e Thiago Silva. Tutto questo non ha certo aiutato lallenatore rossonero ed è anche per questo che il mister ha cercato mille soluzioni. Ora basta. I risultati, seppur con formazioni in chiara difficoltà, sono arrivati e la squadra sembra rispondere bene. Insistere e dare continuità devono essere i concetti base per proseguire la stagione. I ragazzi giovani hanno bisogno di certezze e fiducia per rendere al meglio. El Shaarawy deve sapere che la fascia sinistra è cosa sua, Bojan che si sta puntando forte due di lui e che un paio di passaggi o di tiri sbagliati non influenzano il giudizio. Stesso discorso può essere fatto anche per gente un po più navigata ed il caso di Montolivo può essere un buon esempio. Prestazioni non brillanti, difficoltà in fase difensiva, timidezza. Con una bella iniezione di fiducia ed un posto da titolare praticamente garantito è arrivata la trasformazione. Bastone e carota. Il difficile è capire quali giocatori hanno bisogno di uno, qualche giro nei pressi della panchina, e quali dellaltro, carezze, pacche sulle spalle e complimenti anche dopo partite incolore. Cambiare poco. Questo deve fare Allegri. Costant, praticamente unico piede sinistro a disposizione di Allegri oltre ad Emanuelson, terzino? Azzardato ma da confermare. Il già citato Bojan, centrale dietro la prima punta? Che rimanga lì. Pazzini centravanti? Altre chance senza che il gol diventi unossessione. Ma cè Pato, qualcuno dirà. Vero. Ma è più vera laffermazione di quanto lo sia il Papero. Lassenza, la paura di rifarsi male, alibi comprensibili ma a scadenza. Pazzini, pur non brillando, è forse ora più congeniale ai movimenti di El Shaarawy, Bojan ed Emanuelson. Solo un Pato formato bomber prima maniera, avrebbe diritto al posto al centro dellattacco. Cambiare poco significa anche avere il coraggio di lasciare fuori chi non è funzionale. Pato e Boateng, attualmente non lo sono. Un Ambrosini spesso troppo irruento, non sembra meglio di un De Jong, scolastico, ma meno falloso. Punti fermi. Il Milan deve averli e trovarli presto anche in difesa. La coppia centrale è sempre unincognita. Allegri deve trovare i suoi due uomini e preferirli agli altri. I meccanismi e la sintonia si trovano giocando insieme, in allenamento, ma soprattutto nelle difficoltà e con lo stress della partita. Niente scudetto, rimonte incredibili, possibilità in Champions. Solo realismo e la capacità di gettare buone basi per stagioni migliori, per far svoltare unannata che iniziata malissimo può essere salvata, che può essere di insegnamento e può far capire chi potrà fare parte del Milan del futuro e chi invece è meglio che percorra altre vie.
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