Fino alla fine
Un’imbattibilità sempre più amara
Published
2 settimane agoon
By
RedazionePaolo Laganà
I presupposti per assistere ad un grande evento c’erano tutti, con Tek che irrompe nei cuori a strisce con “questa è la mia casa e voi siete la mia famiglia”.
Ma la commozione dura poco quando capiamo che anche Conte è venuto a Torino per strappare un misero punticino alla Vecchia Signora.
Napoli spento, senza personalità, attento solo a non rischiare nulla. Gli azzurri sempre dietro la linea della palla, giusto qualche break di poco conto. Lukaku e Kvara a “chi l’ha visto”. Antonio troppo intimidito da uno stadio imballato e col vestito buono.
Settore ospiti in imbarazzo per 2 compaesani ignobili al ricordo di Schillaci.
Un parziale equilibrio nella prima frazione di gioco, senza infamia e senza lode. Un rientro in campo che sembrava animarsi di stimoli nuovi, ma dura poco.
Sugli spalti s’inizia a rumoreggiare per un gioco rallentato e all’indietro, un possesso lezioso e sterile.
Poi d’un tratto Doveri sceglie di non vedere un retropassaggio volontario e nega una sacrosanta punizione in aerea. I fischi allo Stadium sono assordanti e parte l’isteria collettiva. Il nervosismo sale e la partita si spegne lentamente.
Il Napoli fatica a superare il centrocampo e si barrica con gli elmetti a difendere la propria aerea. Gli uomini di Motta tentennano, non affondano, è un girovagare snervante. Manca la qualità negli ultimi 20 metri per far davvero male e manca anche la condizione per giocarsela fino alla fine.
Abbiamo capito che se affrontiamo le partite a tu per tu in campo aperto ci trasformiamo, ma ora bisogna capire come metterla dentro quando gli altri non giocano a calcio.
Vlahovic rimane alla Continassa ed ora inizia davvero a preoccuparmi. Soprattuto se devo vedere Weah prima punta.
Ciao Totò, stasera se ceri tu al 90^ eravamo una curva in festa.