Fino alla fine
La Serie A e i suoi veri problemi: basta spettacolarizzare la vita privata dei calciatori
Il calcio italiano si trova, ancora una volta, al centro di polemiche che non riguardano il campo da gioco, ma la vita privata dei suoi protagonisti.
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3 settimane agoon
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RedazioneLa Serie A e i suoi veri problemi: basta spettacolarizzare la vita privata dei calciatori
Di Lucia Giordano
Il calcio italiano si trova, ancora una volta, al centro di polemiche che non riguardano il campo da gioco, ma la vita privata dei suoi protagonisti.
Le recenti dichiarazioni su presunti dettagli personali di alcuni calciatori, tra cui Dusan Vlahovic, da parte di Fabrizio Corona, hanno sollevato un polverone mediatico che si sarebbe potuto e dovuto evitare. La domanda sorge spontanea: davvero il mondo del calcio, e in particolare la Serie A, non ha altri problemi più importanti su cui concentrarsi?
La Serie A è in crisi su molti fronti. Dalle difficoltà economiche dei club, che faticano a competere con i colossi europei, agli stadi obsoleti che allontanano tifosi e sponsor, fino alla necessità di risolvere problemi strutturali come la scarsa competitività internazionale delle squadre italiane. E poi c’è la questione della violenza verbale e fisica sugli spalti, del razzismo e dell’omofobia, temi ancora lontani da una soluzione definitiva. In questo scenario complesso, dedicare spazio e attenzione a speculazioni sulla sfera privata dei calciatori appare quanto meno fuori luogo.
Le scelte personali di un giocatore, che siano legate alla sua sessualità, alla sua famiglia o alla sua vita sociale, non dovrebbero essere materia di pubblico dibattito, tanto meno di spettacolarizzazione. Il calcio dovrebbe rimanere una piattaforma di inclusione e sportività, non un’arena per gossip e insinuazioni. Inoltre, il diritto alla privacy è sacrosanto: qualunque individuo, famoso o meno, ha il diritto di decidere se e quando condividere aspetti della propria vita personale.
Dietro a questo tipo di polemiche si cela un problema culturale. Il calcio, in Italia, sembra ancora incapace di normalizzare certi argomenti, come l’omosessualità, spesso trattati con morbosa curiosità o pregiudizio. Invece di favorire un ambiente in cui ogni giocatore possa sentirsi libero di essere se stesso senza temere giudizi, ci si concentra su scandali costruiti ad arte per generare clamore. Questo atteggiamento non solo è controproducente, ma alimenta un clima di intolleranza e sospetto che allontana il calcio da quei valori di rispetto e uguaglianza che dovrebbe promuovere.
La stampa, i tifosi e gli addetti ai lavori devono prendere una posizione netta: parlare di calcio, delle sue partite, dei suoi protagonisti in campo, e lasciare fuori il resto. Concentrarsi sui problemi reali del nostro campionato significherebbe dare priorità alle riforme necessarie per migliorare lo spettacolo calcistico e riportare la Serie A ai vertici del calcio mondiale. Perdere tempo in inutili dibattiti sulla vita privata di un calciatore non fa altro che distrarre dai veri obiettivi.
È tempo che il calcio italiano impari a guardarsi dentro, ad affrontare i suoi nodi più urgenti e a creare un contesto in cui non ci sia più bisogno di scandalizzarsi per ciò che accade fuori dal campo. La palla, ora, passa a tutti noi: scegliamo di parlare di calcio. Quello vero.