Amarcord
Meteore del calcio – Ivàn Valenciano, il goleador sconfitto da un piatto di spaghetti
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5 anni agoon
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RedazioneNei primi anni ’90 la nuova frontiera del calciomercato italiano è rappresentata dalla Colombia. I ‘Cafeteros’ insidiano la supremazia di Argentina e Brasile in Sudamerica (in un’occasione addirittura battono per 5-0 l’Albiceleste a Buenos Aires) con una generazione di fenomeni, imperniata sul portiere funambolo Higuita e sul capitano Valderrama, un’icona del decennio con la sua inconfondibile criniera.
Di quella nazionale fanno parte anche Freddy Rincon (in seguito al Napoli), Miguel Angel Guerrero (protagonista di buone stagioni al Bari) e soprattutto Faustino Asprilla, una delle leggende del Parma europeo dei Tanzi. E poi c’è il re dei bomber della squadra, un centravanti in grado di segnare 30 gol in un campionato – quello del 1991-’92 – con la casacca del Junior di Barranquilla e di laurearsi capocannoniere del girone sudamericano di qualificazione alle Olimpiadi. Si chiama Ivàn René Valenciano.
Persi Asprilla (acquistato proprio dai ducali) e Andreas Möller (passato dall’Eintracht Francoforte alla Juventus), il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi e il dirigente Franco Previtali nell’estate del 1992 non hanno dubbi: quel centravanti è l’uomo ideale per proseguire il cammino europeo che negli anni precedenti gli orobici avevano intrapreso, guidati da campioni stranieri del calibro di Stromberg, Prytz, Caniggia, Evair. L’affare si chiude per sei milioni di euro.
Valenciano è attesissimo a Barcellona 1992. Alla prima partita, però, si fa espellere dopo pochi minuti. Gli osservatori nerazzurri tornano a Bergamo a rotta di collo e acquistano Maurizio Ganz. Il colombiano, infatti, ha ‘sfoggiato’ una linea non proprio da atleta. Ma gli orobici sperano di recuperarlo: ha soli 20 anni, la rigida preparazione atletica europea (oltretutto l’allenatore quell’anno è un sergente di ferro come Marcello Lippi) permetteranno di recuperarlo.
Non sarà così. Valenciano, lento e tatticamente insofferente, collezionerà solo 5 gettoni in serie A e l’unica rete segnata (in Coppa Italia) sarà cancellata dal 2-0 comminato a tavolino ai danni dei nerazzurri e che farà passare il turno al Venezia. La critica di Bergamo non lo risparmia: si ironizza sui santini che ama mettere nei calzettoni, sul suo amore per Coca Cola e spaghetti e presto per lui sarà coniato il poco lusinghiero nomignolo di ‘Cicciobello’. L’avventura termina a gennaio con il ritorno alla base, e al Junior Valenciano riprende a segnare con incredibile continuità, tanto da ottenere la casacca numero 9 della Colombia a Usa ’94 (la 11 è di un’altra meteora della serie A, il futuro attaccante della Reggiana Adolfo Valencia).
E’ l’inizio della fine. Nel 2000 le ultime buone esibizioni con l’Independiente Medellin (altri 24 gol in un solo campionato), poi nel 2002 l’arresto per il coinvolgimento in una sparatoria.
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